I Vanity Ink, sono un quintetto proveniente da Helsinki. Nato con l'idea di emulare le gesta di tale Joan Jett, il combo Finlandese, si è poi spostato verso composizioni proprie, arrivando, nell'Agosto del 2003, a registrare questo demo di 3 tracce, presso il Mediaworks Studio. Membri fuoriusciti dai Weirdorama: Juha Bandit (ex-Silver City Bandits e The Revolution), Sam Junni (Capital Crime, My Burned Dreams, Window Without Flowers) e Make (Capital Crime, Glowing Faces, Upleasant Dreams) hanno dato vita a questo progetto assieme al bassista Miki (Crystal Ecstasy, The Wave) e alla bella singer Stiina (Spiral). La band si presenta come impegnata a solcare territori rock influenzati da venature pop, punk e metal. Ascoltando la prima traccia, ovvero "Swept Aside" vengo però avvolto da un profondo alone di epicità, da cori anthemici e da una verve che definirei molto più 80's metal oriented che non rock'n'roll. Escluso il cantato di Stiima che incrocia Patti Smith con Joan Jett, il resto della composizione sembra marciare verso i cult Zed Yago di Jutta Weinhold, una band che ho sempre profondamente amato. La successiva "Burning" vira verso un tiro maggiormente hard rock mentre la finale "Out Alive" si accaparra le mie preferenze, tramite un mid-tempo squadrato, massiccio e crepuscolare, sul quale si staglia pure lo spettro dei Warlock di Doro. La band mette in mostra buone dote tecniche, con l'apporto fondamentale delle chitarre di Juha e Make; sempre in grado di piazzare buone porzioni soliste in bilico fra melodia e potenza. Questi ragazzi di Helsinki, sembrano avere tutte le carte in regola per fare parlare di se e grazie al loro official website, apprendo che la band è impegnata nelle lavorazioni di nuove composizioni, che appariranno su di un, probabilmente imminente, nuovo lavoro. Bene, ora non ci resta che attendere sviluppi positivi, dalle fredde lande scandinave!

Recensione realizzata da Bruno Rossi